GLI ESPORT IN ITALIA
Nell'ultimo periodo; social, quotidiani e milioni di persone stanno assistendo "alla nascita" ( o meglio alla scoperta) degli esport.
Dopo anni di continue lotte tra gli atleti videoludici e una corrente pensieristica retrò, si è iniziato a parlare di una possibilità per l'inserimento di codesta disciplina all'interno delle olimpiadi.
Ma perché gli esport devono considerarsi sport?
Innanzitutto bisogna distinguere il giocare come appassionato, dal videogiocare per competere; se il gamer gioca a centinaia di titoli diversi per il competItive player esiste solo un gioco dove singolarmente o con un team dedica tempo, risorse ed energie al fine di conseguire i migliori score possibili.
Affiancato quasi sempre da società sportive, manager e coach, l'atleta partecipa ad eventi con la possibilità di vincere anche migliaia di dollari.
Cercando nei dizionari scopriamo svariate definizioni di sport con mille sfumature, ma tutte si soffermano sul fatto che esso sia un'attività, collettiva o individuale atta a sviluppare funzioni psicofisiche non necessariamente solo per scopi agonistici.
In Italia, a differenza di tanti altri stati,questo concetto è di difficile comprendonio, in quanto lo stereotipo del videogiocatore è sempre stato messo in cattiva luce dalla televisione, ad esempio, facendo sembrare un semplice amante di queste opere d'arte, come dei piccoli "bambini grassocci che mangiano patatine sul divano".
Attualmente in svariati paesi sono state aperte scuole per educare i ragazzi a quello che sarà il fulcro dell'economia sugli intrattenimenti. Per l'appunto l'esport che attraverso sponsor, fanatici e tornei riesce a far girare miliardi di euro ogni anno.
Octopus è una multigaming che punta proprio a questo, rendere il concetto di eSport una realtà solida anche nel bel Paese, sperando di facilitare ragazzi ad ottenere dei risultati che porteranno nel cuore forse per sempre, facendo esperienze non solo in mondi virtuali ma anche nel mondo reale, forse quello più spaventoso.